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Recensione Alla faccia vostra con Debora Caprioglio e Gianfranco Jannuzzo al Manzoni di Milano

  • Pubblicato da Alessio Gaburri
  • 6 Marzo 2017
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[Recensione a cura di Alessio Gaburri]

A distanza di poco tempo da “È ricca, la sposo e la ammazzo”, tornano a lavorare insieme Debora Caprioglio e Gianfranco Jannuzzo, ormai coppia collaudata del teatro brillante italiano. Alla faccia vostra è una pièce leggera e divertente scritta da Pierre Chesnot, autore anche de “L’inquilina del piano di sopra” (attualmente in tournèe con Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero).

Alla faccia vostra con Debora Caprioglio e Gianfranco Jannuzzo al Manzoni di Milano

Siamo a Roma, in un bel salotto aristocratico, dove la governante Luisa (Antonella Piccolo) piange la morte del suo padrone Stefano Bosco, noto scrittore morto d’infarto. Saputa la notizia, conoscenti e familiari cominciano ad arrivare nell’appartamento. Il primo è il vicino di casa, il dott. Garrone (Antonio Rampino), che annuncia il decesso di Bosco. Poi arrivano Lucio Sesto (Jannuzzo) e sua moglie Vanessa (Erika Puddu), rispettivamente genero e figlia dello scrittore. Per ultima Angela (Caprioglio), seconda giovane moglie che era in vacanza all’estero. Un lutto che porta tutti i personaggi a tirare fuori il peggio di loro stessi: vogliono avere la loro parte e guadagnarci. I Sesto cercano di coprire un enorme debito con un prestito della banca garantito dall’eredità di Vanessa. Angela, progetta “la bella vita” con il suo nuovo amante francese. Il dottor Garrone vuole comprare l’appartamento per ampliare il suo studio medico, e il banchiere Marmotta (Roberto D’Alessandro) che acconsente al prestito a Lucio, vorrebbe intascare una percentuale sui futuri soldi di Vanessa. Solo la fedelissima Luisa è sinceramente disperata per la morte di Stefano. A un certo punto, dalla stanza del defunto si sente uno starnuto… Lo scrittore è morto o non è morto? Il dott. Garrone si è sbagliato a certificare il decesso?

Intrighi, sotterfugi, equivoci e tanta ipocrisia: una storia che fa emergere l’attaccamento al denaro e il cinismo dell’essere umano quando si trova davanti a un lutto. Due ore di divertimento scandite da un ritmo preciso fatto di porte che si aprono e si chiudono, scambi di cadavere, battute taglienti e continui colpi di scena. Perfettamente in sintonia Jannuzzo e la Caprioglio, bravissimi nei ruoli di Lucio disperato dai debiti, e Angela moglie perfida e opportunista. In generale bravi tutti i membri del cast. La regia frizzante e dinamica è di un grande professionista, Patrick Rossi Gastaldi, che cura anche la traduzione e l’adattamento.

Scenografia semplice e signorile nel salotto di casa Bosco: un divano, uno scrittoio, due porte, una libreria e il carrello dei liquori.
Le musiche sono poco presenti durante la pièce, ma nell’intervallo partono “Soldi soldi soldi” di G. Kramer e “I soldi son la mia passion”, che danno fine al primo atto e inizio al secondo.

Una morale amara, quella del rapporto tra l’uomo e il denaro, raccontata da Jannuzzo in un monologo ben inserito sul finale. Due piacevoli ore di risate per trascorrere una serata spensierata.

Lo spettacolo è in scena fino al 19 marzo al Teatro Manzoni di Milano, dal martedì al sabato alle 20:45, domenica ore 15:30.

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Laureato in Comunicazione, Mass Media e Pubblicità allo IULM di Milano (tesi: "Sei Personaggi in cerca d'autore. Dal testo alla scena"), lavora nel settore Marketing, Social e Comunicazione per l'e-commerce IBS.it. Costante della sua vita, lo spettacolo: teatro, televisione e cinema. Si avvicina al teatro grazie alla mamma, che lo porta per la prima volta all'età di 14 anni. Frequenta negli anni delle superiori cinque anni di laboratorio teatrale organizzato dal liceo, e nel 2014-2015 un corso di musical presso il Centro Teatro Attivo di Milano.

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