Recensione Una festa esagerata con Vincenzo Salemme al Manzoni

  • Pubblicato da Alessio Gaburri
  • 18 Dicembre 2017
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Due anni dopo “Sogni e bisogni, incubi e risvegli” [QUI LA RECENSIONE] Vincenzo Salemme torna a Milano per raccontare, con intelligente comicità, le ipocrisie, le debolezze e le contraddizioni dell’animo umano, per riflettere sui comportamenti e sulle relazioni interpersonali.

Recensione Una festa esagerata con Vincenzo Salemme al Manzoni

Una pièce che dimostra dove sia capace di arrivare l’uomo pur di raggiungere i propri scopi.

La storia

Siamo a Napoli a casa della famiglia Parascandolo: la figlia di Gennaro (Salemme) compie 18 anni e la moglie sta organizzando da sei mesi una festa davvero esagerata con bomboniere sfarzose, 84 invitati, presunti VIP e politici influenti. Mentre fervono i preparativi, muore l’inquilino dell’appartamento sottostante, che vive con la figlia. Gennaro cerca inutilmente di far capire alla sua famiglia che non si può portare avanti una festa con musica e balli fino a tardi sul terrazzo, quando sotto c’è chi sta soffrendo. Con il supporto del portiere e del parroco (esilaranti), Gennaro viene “spedito” dalla moglie a chiedere alla figlia del defunto di posticipare l’annuncio della morte di papà, perché si può tranquillamente… “farlo morire il giorno dopo”.

Una commedia costruita con maestria: i tempi sono perfetti, la recitazione è naturale, i dialoghi sono leggeri e scorrevoli con battute divertentissime e intelligenti, i personaggi sono molto ben caratterizzati, con una comicità quasi farsesca come da tradizione teatrale napoletana. Molto originale l’omaggio a Eduardo De Filippo, primo maestro di Salemme, che diventa il dirimpettaio di Gennaro con cui scambia delle riflessioni. Molte sorprese e colpi di scena accompagnano gli spettatori fino alla fine, con continui applausi a scena aperta molto graditi da tutto il cast di attori napoletani, accolti davvero con calore dal generalmente ritenuto “freddino” pubblico milanese.

La storia si svolge sul terrazzo di casa Parascandolo e nell’appartamento sottostante: il cambio di scenografia avviene tramite un sistema rotante molto funzionale.

Recensione Una festa esagerata con Vincenzo Salemme al Manzoni-3

Una pièce che fa riflettere

La pièce mette a nudo una serie di aspetti umani trasformandosi in satira sociale e politica, e facendo riflettere su alcune problematiche dei giorni nostri: il lavoro precario, l’ignoranza dilagante, il turpiloquio, l’astio tra vicini di casa, l’invidia per la felicità altrui che diventa fonte di infelicità.

Un cast di ottimo livello

Vincenzo Salemme si conferma un grande attore comico e un commediografo attento, riuscendo a essere serio, brillante e comico allo stesso tempo. Con lui attori di ottimo livello: Teresa Del Vecchio, nel ruolo della moglie; Mirea Flavia Stellato (la figlia diciottenne); Nicola Acunzo (il parroco); Antonella Cioli (l’inquilina del piano di sotto e figlia del defunto); Antonio Guerriero (il portiere). E poi Sergio D’Auria (il fidanzato della figlia di Gennaro); Vincenzo Borrino (il cameriere) e Giovanni Ribò (il defunto).

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Il finale è d’effetto perché Gennaro, dopo averne viste di cotte e di crude nel comportamento di tutti coloro che gli stanno attorno, sceglierà di fingere pur di non ritrovarsi coinvolto in un mondo di cui non vuole fare parte.

Una festa esagerata con Vincenzo Salemme

Da vedere e da consigliare. Lo spettacolo sarà in scena al Manzoni di Milano fino all’1 gennaio. Il 31 dicembre repliche alle 18.00 e alle 21.30. Al termine della recita delle 21.30 brindisi allo scoccare della mezzanotte con spumante e panettone per festeggiare l’inizio del nuovo anno insieme a Vincenzo Salemme e alla sua compagnia. Il giorno di Capodanno lo spettacolo sarà invece in scena alle ore 16.30.

Da un’intervista dell’autore Vincenzo Salemme

Una festa esagerata” nasce da un’idea che avevo in mente da tempo. Uno spunto che mi permettesse di raccontare, in chiave realistica e divertente, il lato oscuro e grottesco dell’animo umano. Non dell’umanità intera, ovviamente, ma di quella grande melassa/massa dalla quale provengo, quel blocco sociale che in Italia viene definito “piccola borghesia”. Volevo parlare delle cosiddette persone normali, di coloro che vivono nascondendosi dietro lo scudo delle convenzioni. Coloro che vivono le relazioni sociali usando il codice dell’ipocrisia come unica strada per la sopravvivenza. Sopravvivenza alle “chiacchiere”, alle “voci”, ai sussurri pettegoli e sospettosi dei vicini. E sì, perché io vedo la nostra enorme piccola borghesia come un grande condominio fatto di vicini che si prestano lo zucchero, il termometro e si scambiano i saluti ma che, al contempo, sono pronti a tradirsi, abbandonarsi e, in qualche caso estremo, anche a condannarsi a vicenda.
Non è la prima volta che questo ventre antico del nostro paese viene messo in commedia; ma l’idea dalla quale parto mi sembra molto efficace in questo momento storico fatto di conflitti internazionali, guerre di religione e odi razziali. La barbarie, temo, nasconda sempre dietro un alibi. Ognuno trova sempre una buona ragione per odiare l’altro. Ma quel che temo ancora di più é l’odio che si nasconde dietro il velo sorridente della nostra educazione. Temo il buio del nostro animo spaventato. Temo la viltà dettata dalla paura e il sonno della ragione. Spero che questa commedia strappi risate e sproni al dialogo. Un dialogo tra persone. Che si rispettano e, seppure con qualche sforzo, provino a volersi bene.

Recensione Una festa esagerata con Vincenzo Salemme a cura di Alessio Gaburri.
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Laureato in Comunicazione, Mass Media e Pubblicità allo IULM di Milano (tesi: "Sei Personaggi in cerca d'autore. Dal testo alla scena"), lavora nel settore Marketing, Social e Comunicazione per l'e-commerce IBS.it. Costante della sua vita, lo spettacolo: teatro, televisione e cinema. Si avvicina al teatro grazie alla mamma, che lo porta per la prima volta all'età di 14 anni. Frequenta negli anni delle superiori cinque anni di laboratorio teatrale organizzato dal liceo, e nel 2014-2015 un corso di musical presso il Centro Teatro Attivo di Milano.

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