| Recensione Il Padre a cura di Alessio Gaburri |
Fino al 27 gennaio al teatro Manzoni di Milano la pièce di Florian Zeller, brillante autore francese che con Il padre (Le père) riesce a portare in scena un argomento delicato come l’alzheimer. La regia è di Piero Maccarinelli. Nella compagnia anche Paolo Giovannucci, Daniela Scarlatti (la mai dimenticata Silvana della soap Vivere), Ilaria Genatiempo e Riccardo Floris.
La storia
Andrea (Alessandro Haber) è un uomo arzillo che ama la vita, sta bene nella sua casa e non ha bisogno di nessuno. Mostra però dei segni preoccupanti nel comportamento, nei discorsi e nella perdita continua di oggetti e informazioni. La figlia Anna (Lucrezia Lante Della Rovere) capisce che si tratta di un principio di alzheimer e vuole fare il possibile per seguirlo nel decorso della malattia e per rendere la sua vecchiaia serena e al sicuro. Decide così di portarlo nella sua casa di Parigi, dove vive con il marito. Andrea diventa il grande protagonista della casa creando scompiglio e difficoltà, cambiamenti delle abitudini, problemi con le badanti. È un uomo intelligente che lotta per difendere la sua autonomia e non accetta di essere trattato come un bambino. Anna giungerà quindi alla triste decisione di collocarlo in una struttura specializzata.
Un testo importante: la malattia a teatro
La pièce conquista fin da subito: c’è una lentezza narrativa tutta da godere, è una rappresentazione psicologica, con messaggi forti e una interpretazione ottima degli attori. Un’opera coinvolgente e a tratti divertente, con una regia e una scenografia essenziale. Lo spettatore segue il decorso della malattia e viene accompagnato nella mente di Andrea: tante scene che durano poco, intervallate da secondi di buio che simboleggiano la sua confusione con accompagnamento musicale. Andrea perde di continuo l’orologio, confonde accadimenti di cinque anni prima con quelli di oggi, scambia le persone e dimentica i loro ruoli, pensa di essere a casa sua e invece è dalla figlia o in clinica.
L’alzheimer è una malattia che attualmente ha colpito in Italia quasi un milione di persone, e questa pièce riesce a raccontarla con delicatezza e grande rispetto. Il teatro anche per informare e non solo per emozionare: le caratteristiche della malattia che logora memoria e autonomia, le reazioni dei parenti e il supporto della medicina. Un testo teatrale importante che sta raccogliendo consensi positivi in tutta Italia, un tipo di teatro coraggioso che serve più spesso.
Eccellente Haber
Fantastico Alessandro Haber in questo ruolo difficile che interpreta da grande attore quale è: la camminata che vaga a caso, gli occhi persi, l’aggressività e poi la tenerezza di un bimbo, i piedi trascinati. Haber è perfetto nel ruolo: non è un vecchio ma in scena con un semplice golfino di lana e un pigiama regala al pubblico un Andrea anziano, ammalato e fragile, che riesce a emozionare davvero. Lucrezia Lante della Rovere, bravissima attrice a mio parere sottovalutata, è una figlia dolce che ha la tenerezza nella voce, che stringe sul petto il suo papà quando si confonde, che fa di tutto per stare con lui anche se tutto questo fa traballare il matrimonio. Un padre e una figlia che con la loro storia ti fanno uscire da teatro pensante: amare ogni giorno più che si può senza perdere tempo.
Complimenti al teatro Manzoni di Milano che quest’anno ha deciso di proporre al pubblico una stagione più variegata del solito, con questa perla drammaturgica accolta con entusiasmo e lunghi applausi alla prima.
Il padre sarà in scena fino a domenica 27 gennaio con repliche dal martedì al sabato alle 20:45, e le domeniche pomeriggio alle 15:30. Per informazioni e acquisti online dei biglietti leggi qui.