Approda al Teatro Arvalia di Roma con tutta la sua intensità e carica emotiva Tribù , spettacolo su testo di Duccio Camerini, presentato dalla Compagnia Enter. La regia è di Luca Milesi.
In scena dal 26 novembre al 1 dicembre, la commedia ha per protagoniste le figure cardine di una “normale” famiglia italiana, uomini e donne che inseguono i propri sogni viaggiando attraverso il dolceamaro dei porti del “secolo nervoso”, il Novecento. Sul palcoscenico del Teatro dell’XI Municipio, diretto da Emanuele Faina, saranno in scena Maria Concetta Liotta, Luca Milesi, Fabrizio Bordignon, Valentina Tramontana, Umberto Bianchi, Alessio Sapienza e Monia Rosa. Il testo di Camerini, autore particolarmente impegnato nel campo del teatro della memoria, vincitore del Premio Fondi La Pastora 2000, raccontando il viaggio di quattro generazioni di una famiglia italiana per tutto il Novecento, tra sentimenti e passioni, vizi e virtù, disegna un affascinante affresco generazionale, di una bellezza disarmante.
E’ un meccanismo di racconti a incastro quello che regola Tribù, un insieme di schegge di memoria rivissute da sei personaggi ai quali è toccato vivere nei momenti più burrascosi del ‘900, definito dal più anziano fra loro il “secolo nervoso”. I “sei” ritornano dall’oblio nel quale erano stati dimenticati per colpa di alcune fotografie casualmente ritrovate da un settimo personaggio, un ragazzo senza madre e senza padre in cerca di un’identità e di una casa. “Dudù”, questo il suo nome, rinviene le immagini visitando un appartamento da prendere in affitto. Da subito quelle fotografie cominciano a parlargli di persone con le quali lui ha la netta sensazione di avere qualcosa a che fare, volti di esseri umani che possono dirgli molto sulle “storie” che hanno preceduto la sua nascita e che si sono dissolte poco dopo averlo messo al mondo.
Le vecchie fotografie sanno parlare di vita vissuta – afferma il regista Luca Milesi – ma anche di aspirazioni, conflitti, di ardenti desideri realizzati talvolta per brevi momenti. Basta solo saperle leggere. Poi ci sono scatti meno vecchi che in qualche modo anticipano qualcosa di là da venire, ma la nostra natura non ci permette di cogliere quel significato nascosto e l’immagine rivela il suo segreto solo… dopo. Quelli che rinvieni in fondo ad un vecchio armadio sono sì i tasselli del tuo album di famiglia, ma posseggono un valore che li fa volare oltre i confini della memoria privata: le tue vecchie fotografie e quelle di uno sconosciuto, insieme, diventano l’album di un’epoca, di una nazione. Può succedere poi che il potere magico del teatro liberi il movimento rimasto interrotto nelle braccia, nelle labbra, negli occhi dei corpi imprigionati in quelle immagini, specialmente quando chi le ha trovate vive nel bisogno di conoscere le proprie radici per dare un senso all’esistenza. La scena la conquistano le anime dimenticate, si ricompongono le schegge della memoria e la natura del tuo essere trova finalmente spiegazione nell’avventura vissuta da chi ti ha preceduto. E’ quello che è successo a Dudù.
Orario degli spettacoli: tutte le sere alle ore 21.00 – mercoledì replica unica ore 17.00 – domenica replica unica ore 18.00
[box type=”info” border=”full”]Teatro Arvalia
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