Kassandra, la figlia di Ecuba e Priamo, la veggente, attende davanti alla Porta dei Leoni di Micene che il suo destino di morte si compia. Agamennone l’ha condotta con sé da Troia distrutta. Da qui, il racconto, che si ispira a quello più celebre di Christa Wolf, scivola all’indietro, fornendo frammenti di un’infanzia femminile, attraversando la guerra di Troia. In scena il ritmo della narrazione porta la protagonista a svelare tutte le finzioni tessute dal suo Palazzo sulla “questione guerra”, nella nuova società che si va affermando- caratterizzata dalla cecità del recingere, delimitare, censurare- ci mostra come una donna impari a vedere a dispetto della volontà degli dei e degli uomini. Questo è un racconto personale e collettivo, si affollano alla memoria uomini, donne, intrighi, amori, odii, ma anche convinzioni, delusioni, da scardinare e affrontare. Recuperando lo sguardo, la voce e i pensieri della sacerdotessa troiana, si comprende il racconto della liberazione femminile e del bisogno di pace. “Con questo racconto, vado alla morte”. Con toni alti, umani e appassionati, Kassandra parla di cadute e ascese di speranze, lo fa urlando con voce e corpo, un corpo che vibra nell’aria, spesso appeso al suo tessuto rosso. Il lavoro aereo è un confronto con la forza, la paura, la leggerezza, l’espressione teatrale. Una sacerdotessa ispirata ma mai ascoltata che mostra la coscienza di sé all’interno di un lavoro che richiede ritmo e fluidità. Dunque, in scena tessuti e corde a lambire l’orizzonte della quarta parete. Da qui ha inizio il racconto.
Kassandrà sarà in scena tutti i giorni alle 21.00, domenica alle 18.00
Prezzo del biglietto: 8€
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