Recensione 70 volte 7: Finalmente la parola sul palco!

[Recensione a cura di Mariachiara Ribaudo]

Finalmente la parola sul palco! Siamo talmente abituati ad aspettarci di essere travolti dagli effetti delle magnifiche macchine sceniche di chi può permettersi questo valore aggiunto, che spesso non ci si accorge di quanta importanza abbia l’interpretazione del testo che si decide di rappresentare. Mi piacerebbe definire 70 volte 7 come “La Svolta” [QUI maggiori informazioni].

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La quasi totale assenza di scenografia, senza dubbio voluta, non è affatto vissuta come una pecca o una lacuna (scene di Mattia Bordoni). Il carcere viene rappresentato attraverso una efficacissima proiezione di grate sul fondale e il vero protagonista in scena è il testo, recitato magistralmente da coloro che sul palco veicolano un messaggio importantissimo: la capacità di perdonare, per un numero infinito di volte, numero simbolico espresso già nel titolo (70 volte 7).

In un momento storico così pesante, nel quale si tende ad essere più chiusi ed arrabbiati, spettacoli come questo riescono a scuotere il nostro io interiore non limitandosi al semplice intrattenimento, ma celando dietro di esso qualcosa di più importante. Ogni attore in scena è stato in grado di fare capire al pubblico in sala ogni singola parola espressa, nei pezzi recitati così come in quelli cantati. Non è così frequente riuscire a capire tutte le parole dei testi delle canzoni quando si va a vedere un musical a teatro, ma il cast di 70 volte 7 ce l’ha fatta. Ciò significa che questa non è un’impresa impossibile. Basta solo scegliere degli Attori, con la A maiuscola, così come ha saggiamente deciso di fare Marisa Della Pasqua  (regia, testo e liriche), il cui proposito è sempre stato chiaro, sin dal bando d’audizione: la ricerca infatti era finalizzata all’assunzione di attori che sapessero cantare e  muoversi e non di cantanti o ballerini che sapessero recitare. È bello vedere che a dare una chance, a volte, non sono solo le grazie che ci ha donato madre natura; sono piuttosto il vero talento, gli sforzi e l’onestà interpretativa a rendere merito agli interpreti, in virtù della loro capacità di comunicare. I ragazzi di 70 volte 7 hanno mostrato, uno più dell’altro quanto questo fosse l’obiettivo, supportati dalla bellezza di testo (Marisa Della Pasqua) e musiche (Maurizio Desinan), molto toccanti e coinvolgenti. L’elogio va rivolto all’intero cast artistico, cosi come a quello tecnico. Costumi (Rosaria Giacomino e Grazia Alfonsi) curati nel dettaglio, luci (Denis Biaggi) in perfetta sintonia con ogni movimento scenico, coreografie (Lynn Jamieson) sicuramente studiate sui personaggi e sulla storia e non sulla spettacolarità, spesso fine a se stessa come capita di vedere in giro. Ogni movimento, seppur elementare, serviva a potenziare ogni gesto, caricandolo di significato.

Commovente  l’interpretazione di Gianluca Ciatti, che aveva la responsabilità di vestire i panni di Dio che tutto vede e sente ma che al tempo stesso è stato un uomo e come uomo il pubblico poteva vederlo, forse senza capirlo subito, in una scoperta lungo il fluire dello spettacolo che non poteva lasciare indifferenti. Deliziosi gli intermezzi di Ellie (Selene Demaria) e le sue amiche, interpretati da veri talenti (Natascia Fonzetti, Elisa Filace e Alessia Punzo). Spiccano l’energia di Benny (Natascia Fonzetti) e quella di Macho (Simone De Rose), la verità interiore di Shaul (Andrea Spina), così come quella del resto del cast (Paola Della Pasqua, Roberto Serafini, Michele Radice, Maurizio Desinan, Bruno Barone, Sandro Argentieri, Alessandro Milone, Emanuele Revalente), fino alla dolcezza con cui un figlio malato (Nathan Favalli/Aaron Desinan) canta la lettera scritta al padre, con una naturalezza spiazzante, data la giovane età.

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Da sottolineare la presenza di una impeccabile band dal vivo composta da sette elementi (Simone Rozza, Andrea Leprotti, Marco Sambataro, Gianluca Sambataro, Filippo Bentivoglio, Paola Genellini, Francesca Bongiorni), con la direzione musicale e gli arrangiamenti di Filippo Bentivoglio e Gianluca Sambataro.

Ci auguriamo di rivedere questo piccolo capolavoro di nuovo in scena, poiché merita un posto d’onore nel panorama teatrale italiano ormai sempre più in crescita. Ciò che resta, dopo aver visto 70 volte 7 è la speranza; e il modo migliore per potere esprimere questa sensazione è usare le stesse parole con cui l’intero cast, band compresa, saluta il pubblico:

Grida in alto forte, più che puoi,

cambia la mia vita!

Non aver paura, dillo a Lui,

cambia la mia vita!

 

70 volte 7: Finalmente la parola sul palco

 

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Laureata con lode in Scienze e Tecnologie dello Spettacolo, in seno all’università di Lettere e Filosofia di Palermo, consegue il titolo di Critico dello Spettacolo, grazie al quale si diletta offrendo la sua opinione critico/tecnica, ove richiesto. Ha compiuto studi di danza e pianoforte da bambina, trasferendosi dopo la Laurea a Roma, dove ha studiato presso la Maldoror Film, Scuola internazionale di Cinema; si è diplomata al Quartier Generale, Scuola di Musical della Compagnia delle Stelle di Roma, percorso dopo il quale si trasferisce a Milano, diplomandosi anche all’SDM, Scuola del Musical fondata da Saverio Marconi e diretta da Federico Bellone. Grazie allo studio di tutte le discipline che servono per rendere questo mestiere completo, diventa quindi Performer. Ha scritto un musical (libretto e liriche), collaborando attivamente anche alla composizione musicale. L’opera è regolarmente depositata in Siae. Ha frequentato anche due corsi di doppiaggio, presso lo studio Dream & Dream di Milano. Ha preso parte a diversi spettacoli di Prosa e Musical, è istruttrice di fitness qualificata e vive per l’arte che è da sempre la sua fonte di gioia e di ispirazione quotidiana. Showreel di Mariachiara Ribaudo.

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