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Recensione La Famiglia Addams Teatro Nuovo: il lato dark della bravura

| Recensione La Famiglia Addams a cura di Luana Savastano |

Quando il dark humor e la geniale regia di Claudio Insegno si incontrano, inevitabilmente ne esce qualcosa di sorprendente, che piace. È successo con Spamalot [RECENSIONE], per la prima volta proposto in Italia lo scorso inverno, che si è dimostrato all’altezza di tutte le aspettative, sta succedendo così per La famiglia Addams, andato in scena a marzo, sempre al Teatro Nuovo di Milano (produzione di Lorenzo Vitali).

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foto di Luca Vantusso

Da Camalot al Central Park è sempre successo

Sono spettacoli fatti di risate e di bravura, quelli di Spamalot [RECENSIONE] e de La famiglia Addams, anche a distanza pochi mesi l’uno dall’altro; e fortunatamente il pubblico questo lo ha recepito alla grande, applaudendo e incitando non solo la “star” del momento (Elio per Spamalot e Cirilli per “La famiglia”) ma il cast al completo.
Messo da parte con tutti gli onori Spamalot e i cavalieri della tavola rotondo alla ricerca del Santo Graal, ci addentriamo nell’enorme e fatiscente villa degli Addams, in puro stile vittoriano, sita in Central Park.

Gli Addams che piacciono

La famiglia Addams, musical prodotto dal Teatro Nuovo di Lorenzo Vitali racconta tanto, a partire dalla storia. [TRAMA QUI]

Premetto subito che io non ho visto (volutamente) l’edizione precedente che aveva lo stesso titolo (correva l’anno 2014), ma chi è arrivato al Teatro Nuovo con il ricordo di quella edizione, ha trovato un clima completamente diverso e ha potuto riappacificarsi con gli Addams (i commenti e i paragoni del pubblico durante la pausa e alla fine dello spettacolo non sono mancati).

Detto questo, che cosa rimane del libretto scritto da Marshall Brickman e Rick Elice, da cui questo musical trae spunto, e dei personaggi inventati da Charles Addams che noi abbiamo amato nelle innumerevoli versioni per cinema, teatro, fumetti, etc…? I personaggi, appunto, e una trama leggermente modificata. I dialoghi e i linguaggi sono stati adattati al nostro contesto storico e culturale, e questo ha reso lo spettacolo frizzante e ricco di brillante humor, per niente banale. Il pubblico in sala (pienissima come nelle grandi occasioni) ha gradito e ringraziato.

Luca Vantusso LKV- Recensione La Famiglia Addams Teatro Nuovo-4

foto di Luca Vantusso

Un cast bravo da… paura!

Ma veniamo allo spettacolo. Qual è stata la sua marcia in più, che ha mandato in estasi tutta la platea? Il cast, non ci sono dubbi! E soprattutto Gabriele Cirilli.

Ebbene sì, devo ammetterlo, ero un po’ titubante al riguardo, conoscendo il passato televisivo di questo “vip” ma, mea culpa, dopo quasi tre ore di irresistibili battute accompagnate da una splendida voce tenorile (lui si definisce “tenorino”) e da una perfetta padronanza dei tempi comici, mi sono dovuta piacevolmente ricredere. E meno male! Cirilli, qui, non è il Cirilli che abbiamo visto in “Tale & Quale Show”, oppure l’amico di “Tatiana”. Cirilli, qui, veste, con elegante sobrietà, i panni di papà Gomez: un padre tenero e un marito così leale da accettare di nascondere un segreto alla sua amatissima moglie. In mezzo a tanto humor demenziale e continui rimandi al “concetto di morte”, il momento più emozionante dello spettacolo è senz’altro il dolce ricordo cantato da un padre che vede diventare adulta la sua unica figlia.

Al fianco di Gomez, ovviamente, c’è lei, la seducente Morticia, che qui ha la bravura e la sensualità di Jaqueline Maria Ferry. Smessi i panni di Consolazione (era l’anno 2013 e l’edizione di Aggiungi un posto a tavola della Compagnia dell’Alba – RECENSIONE), la Ferry ritrova, a suo modo, un altro personaggio energico ed esuberante. Dominante quanto basta sul marito e capace di sprigionare acuti da far tremare pure le Erinni. Una coppia ben affiatata e “viva”, ops, “morta” al punto giusto.

The “little” Addams

Che famiglia Addams sarebbe, poi, senza i figli Mercoledì e Pugsley. Ed eccoli, affiatati anche loro e più cattivi che mai, soprattutto l’ormai cresciuta Mercoledí. Ad impersonarla è una perfetta e mai scontata Lucia Blanco. Semplicemente “diabolica” la sua interpretazione. Del resto, parlando di Addams, si può. Smessi i panni della dolce e sensuale Sandy in Grease, la Blanco sfodera tutto il suo talento di perfida sorella (nei confronti di Pugsley) e di determinata figlia che sa ciò che vuole (nei confronti del padre Gomez). E poi certo, ci rende partecipe del suo talento artistico, canoro e della sua totale padronanza del palco.

Al suo fianco c’è il fratello minore, che adora essere torturato e che qui è interpretato da un bravo Alfredo Simeone, preciso e credibile nel far emergere quel lato fanciullesco che è proprio di Pugsley. A mio parere, però, questo è il personaggio che risalta di meno nella famiglia ma grazie ad una sua “marachella” (vuole avvelenare il fidanzato della sorella per gelosia) si deve una delle scene più divertenti dello spettacolo, che vede protagonista una splendida Giovanna D’Angi nei panni di Alice Beineke.

Una famiglia “normale”

L’entrata in scena dei Beineke è un puro flashback agli anni Settanta. A quando in teatro, prima, e sul grande schermo, poi, fece la sua comparsa il mitico “The Rocky Horror (Picture) Show” (i cultori di musical se ne saranno sicuramente accorti). Per prima cosa vediamo mamma e papà Beineke, nel cuore della notte, cercare villa Addams (proprio come Brad e Janet nel “Rocky” che cercavano un riparo). E poi, al momento clou dello spettacolo siamo partecipi della verità di Alice, che “sputa il suo rospo” e si spoglia delle sue inibizioni (il rimando alla scena “Touch Me” del “Rocky” è lieve, ma secondo me c’è). Ma più di tutto, l’accostamento è dato dal contrasto del bianco (rappresentato dai Beineke) con il nero (gli Addams); della luce, del colore, dell’apparente normalità dei primi con il buio, il dark e il “diverso” dei secondi. Tutto questo faceva già parte del “Rocky Horror Show”: la “purezza” dei due fidanzatini in contrasto con l’oscurità che imperversava gli abitanti del castello dello scienziato Frank-N-Furter.

Per cui, grandissima intesa e meritatissimi applausi a Giovanna D’Angi e Andrea Spina (rispettivamente Alice e Malcom Beineke) per aver dato l’idea di essere una perfetta famiglia anni ’50 che però, alla fine, si scopre non essere poi tanto normale. Così come il loro unico figlio, che per vivere vorrebbe fare l’anatomopatologo, mettendo in crisi papà Gomez. Simpatico e disinvolto Luigi Fiorenti, che ci mostra un Lucas innamorato della sua Mercoledì e, sul finale, pronto al grande passo.

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foto di Luca Vantusso

Oltre agli Addams c’è tanto altro

Zio Fester, Lurch e la Nonna sono forse i personaggi più strambi e simpatici della storia. Hanno ruoli ben delineati e sono pedine importanti per le vicende dei protagonisti. Hanno una loro forte personalità e per questo va dato grande merito al regista.

Umberto Noto è uno zio Fester a tratti comico e a tratti romantico. Si innamora della Luna (quella vera) ma per lui “in amore si devono tenere le distanze – ben 384mila km – così non si litiga mai”. Alla fine, però, non può fare a meno di raggiungerla, la sua Luna. Interpretazione magistrale, quella di Umberto, che fa quasi sognare… di voler anche noi la nostra Luna.

Che dire, poi, di Lurch? Personaggio anche in questo contesto di poche parole ma di molti grugniti. A dargli vita è Filippo Musenga, che ne fa un maggiordomo leale e protettivo. Un po’ un angelo custode di casa Addams, soprattutto del suo capofamiglia. Il Lurch ridisegnato per l’occasione ci piace e Musenga mette a sua disposizione il suo essere artista completo.

A completare il trio c’è Nonna Addams. O forse no. Il dubbio ce l’hanno anche Gomez e Morticia: “Mia madre? Io pensavo fosse tua madre”. Sopra le righe, svitata, esuberante: questo si percepisce dalla prova recitativa di Annamaria Schiattarella, che veste con estrema abilità dei “panni” più grandi di lei, inteso come età. Semplicemente brava nel suo essere nonna protettiva con i nipoti e strega che prepara pozioni.

Bravo anche l’ ensemble formato da: Simone De Rose, Greta Disabato, Federica Laganà, Maria Carlotta Noè, Daniele Romano, Eus Santucci.

Luca Vantusso LKV- Recensione La Famiglia Addams Teatro Nuovo

foto di Luca Vantusso

Costumi, scene, trucco

Questa Famiglia Addams, intesa come musical, non sarebbe tale senza una perfetta sintonia tra gli elementi scenici. E Claudio Insegno ha pensato anche a questo, ricreando l’atmosfera che tutti noi ci aspettavamo.

La scenografia (di Max Merenda) è dominata da una gigantesca casa vittoriana a tra piani praticabili sui quali si assiste a concitati movimenti di scena. Funzionale al 100%; così come i bellissimi costumi (Guido Fiorato), fedeli alla tradizione e spogliati di qualsiasi eccesso. Tra tutti emergono in maniera decisa quelli degli avi (new entry in questo spettacolo), che riprendono diverse epoche e che hanno il compito di contrastare, cromaticamente, il dark degli Addams. In questo senso una grande mano la danno il trucco e parrucco di Chiara Mastellaro. L’effetto “morti viventi” è assicurato.

Completano il tutto le coreografie di Valerio Longoni e le musiche adattate dal maestro Angelo Racz (alla direzione musicale) che, come più volte chiarito dalla produzione, non sono eseguite da un’orchestra dal vivo ma si sposano moto bene con i testi tradotti in italiano (in collaborazione con Nino Pratticò). La colonna sonora, lo ricordo, è di Andrew Lippa.

In conclusione

Anche da un libretto molto semplice e poco pretenzioso come questo emergono tematiche importanti. È ciò che ci insegna La famiglia Addams uscendo da teatro. Prezioso è il tema della diversità (mai come oggi attuale e serio). Ma cos’è veramente normale? Questa non è sicuramente la sede giusta per trovare una risposta. A noi basta solo sapere che, quando si riesce a trovare la giusta chiave ironica, uno spettacolo può lasciare al pubblico qualcosa di importante. E Claudio Insegno ci è riuscito di nuovo.

– Recensione La Famiglia Addams Teatro Nuovo a cura di Luana Savastano –
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Fondatrice del blog di teatro "Vista Sul Palco". È laureata con Lode in Musicologia (Università degli Studi di Pavia) con specializzazione in teatro musicale contemporaneo (titolo della tesi: Jesus Christ Superstar: genesi, critiche e analisi dell'Opera Rock), ha conseguito un Master in Marketing per le Imprese di Arte e Spettacolo presso l'Università Cattolica di Brescia. È redattrice per testate di cultura e spettacolo e ha collaborato con alcune realtà teatrali cittadine per la comunicazione e la promozione di eventi: tra queste Teatro PalaBrescia (poi PalaBanco di Brescia e ora GranTeatro Morato) e Residenza Idra (Spazio TeatroIdra). Ha scritto per testate giornalistiche del settore economico-culturale, occupandosi prevalentemente di arte. Da anni si occupa di Comunicazione e Marketing svolgendo attività di Ufficio Stampa, Digital PR, Web Marketing e Social Networking, Community Manager per aziende di vari settori (Food, Fashon, Tourism and Hospitality, Health and Beauty). Ha insegnato Educazione Musicale in strutture per l'infanzia ed è insegnante in scuole secondarie di primo grado. Il teatro è la sua linfa vitale! ★ Sito web personale (attività e servizi offerti): www.luanasavastano.com

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