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Recensione Dorian Gray La bellezza non ha pieta’. Da Wilde ma non troppo [VISTO: 6 maggio 2018 | DOVE: Teatro degli Arcimboldi (MI)]

| Recensione Dorian Gray La bellezza non ha pietà a cura di Luana Savastano |

Un’opera moderna in un atto unico. Così viene presentato Dorian Gray La bellezza non ha pietà, lavoro prodotto dallo stilista Pierre Cardin per i 70 anni di attività, arrivato a Milano ai primi di maggio. E in effetti lo spettacolo, a differenza dei musical cui siamo abituati ad assistere, dura “solo” un’ora e venti minuti. Ma Dorian Gray La bellezza non ha pietà non è proprio come i “soliti musical”.

Recensione Dorian Gray La bellezza non

foto di Alessandro Martino

Le due certezze

Partiamo subito dalle due certezze che, a mio parere, emergono più di tutte in questa originale (nel senso di novità assoluta per i palcoscenici italiani) riscrittura del “Ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde ad opera di Daniele Martini, che si è occupato anche delle musiche.

Recensione Dorian Gray La bellezza non ha pieta

foto di Alessandro Martino

La prima si chiama Federico Marignetti. In occasione della sua partecipazione al cast di Musica Ribelle l’avevo definito “una garanzia per il teatro musicale” [➜ QUI LA RECENSIONE]. Oggi, sette mesi dopo, non posso che confermare il talento e la versatilità di questo artista. Federico ha la capacità di “essere” il personaggio che interpreta. E qui è il Dorian Gray che uno si aspetta. Forte presenza scenica e indubbie abilità vocali.

Su di lui si regge tutto lo spettacolo perché, come detto, Dorian Gray La bellezza non ha pietà è molto diverso dai musical tradizionali. Certamente per scelta dello stesso Martini, che ha voluto concentrare su di un solo performer la vastità di personaggi che riempiono le pagine del Dorian wildiano. Marignetti è Dorian, è Basil, è Lord Hanry Wotton, è il narratore. Unica altra presenza al suo fianco è Marco Vesprini, la sua anima, colui che permette di rendere visibile attraverso la mimica e la gestualità i tormenti che scuotono Dorian; e lo fa inscenando assoli che, in definitiva, diventano duetti con sé stesso.

La scenografia: quel personaggio in più

L’altra certezza è l’imponente apparato scenografico (le scene, e la direzione artistica, sono di Rodrigo Basilicati). Non per l’utilizzo di chissà quali e quanti elementi di scena, piuttosto per la suggestiva ambientazione che un buon gioco di luci e di forme riesce a creare. Si può dire che qui la scenografia è quel famoso personaggio che dà una marcia in più, riuscendo ad interagire con ciò che accade in scena.

Al centro del palco c’è solo una grande gabbia, aperta sui quattro lati e sorretta da scalinate praticabili. Tutto intorno compaiono, di tanto in tanto, elementi scenici, rigorosamente rettangolari (a richiamare forma della cornice di un quadro) che fanno da sostegno alle azioni e ai pensieri di Dorian. Sullo sfondo un “paesaggio”, a volte cupo a volte onirico, rappresentato attraverso proiezioni che si muovono, anche in questo caso, di pari passo con i pensieri del protagonista.

A proposito di elementi scenici, molto bello e ben riuscito il momento in cui Sibyl, la donna amata da Gray, viene evocata attraverso l’uso di un velo bianco “animato” dal ballerino, cui segue un’efficace pioggia di petali bianchi. Le lacrime di una donna abbandonata, forse.

I costumi e le musiche

Ovviamente a caratterizzare i costumi è la semplicità, in pieno stile Cardin. Non è difficile da supporre come ciò che conta, qui, è quello che avviene sul palco. E il pubblico non deve essere distratto.

Stessa cosa per le musiche, nel senso che queste hanno il compito di creare qualcosa di naturale senza sconvolgere i presenti in sala con sonorità eccessive e spiazzanti. Spazio, quindi, allo stile più popolare, con pennellate di modernità unite a tessiture più classiche.

Da “Il ritratto di Dorian Gray” a “Dorian Gray la bellezza non ha pietà”

C’è un punto fondamentale da chiarire, che mette in relazione e allo stesso tempo allontana il Dorian di questo spettacolo e il Dorian di Wilde.

Il lavoro fatto da Daniele Martini e da Emanuele Gamba, il regista, non vuole assolutamente essere la versione teatrale de “Il ritratto di Dorian Gray”. Non è, di esso, la congruente versione per il palcoscenico. Certo, i punti in comune ci sono e lo spettatore deve andare a teatro con la consapevolezza di conoscere gli avvenimenti basilari della storia, ma deve essere altrettanto consapevole che si troverà di fronte ad un personaggio psicologicamente ed emotivamente un po’ differente.

A dimostrarlo è più di tutto il finale della vicenda. Il Dorian qui rappresentato crede che ci potrà essere per lui un barlume di salvezza (la canzone dello spettacolo “Gli ultimi centimetri di cuore pulito” ne è una palese dimostrazione).
Il Dorian di Wilde, invece, è molto più carico di tensione drammatica. Lui nega la realtà, vuole uccidere il passato per liberare sé stesso. Senza, però, trovare la salvezza che cerca.

Lo spettatore, inoltre, deve essere in grado di interpretare tutte le sfaccettature legate ai personaggi e portate in scena da Marignetti che, come dicevamo, incarna lo spirito di Basil, di Lord Wotton, del narratore. Conoscere le loro caratteristiche interiori diventa, quindi, fondamentale per entrare nell’ottica della rappresentazione; ed è questa, forse, la parte più complicata del tutto che, ad uno spettatore non preparato può creare grande confusione.

D’altronde, gli autori fin dalle prime date del tour hanno tenuto a precisare che si trattava di una versione “liberamente tratta”. Volendo, quindi, mettere le mani avanti sul fatto che le pagine del testo di Wilde, con tutti i loro personaggi, potessero non essere riprese integralmente. Per esigenze sceniche, forse? Sicuramente per ribadire il concetto, come dichiarato da Martini ufficialmente, che: “Almeno una volta nella vita tutti siamo stati Dorian Gray, Lord Henry Wotton, Basil Hallword e, a volte, addirittura il ritratto che giudica con occhio severo e fa da specchio all’anima”.

Il respiro internazionale

La presenza dei sopratitoli ci fa capire che Dorian Gray La bellezza non ha pietà è uno spettacolo dal respiro internazionale. Dopo il debutto alla Fenice di Venezia nel 2016 è andato in scena a Parigi, Barcellona, Astana (Kazakistan) e Atene. Molto utile, quindi, l’introduzione in scena del testo del libretto che accompagna ogni momento della rappresentazione. Personalmente, però, almeno durante le repliche italiane, avrei preferito vedere in aggiunta al testo inglese anche il testo delle liriche in italiano. Se non altro perché in questo modo si permetteva al pubblico non praticissimo di seguire meglio e con più chiarezza ciò che veniva cantato sul palco. Ma questo è solo un consiglio.

Recensione Dorian Gray La bellezza non

foto di Alessandro Martino

In conclusione

Se si va a teatro con la convinzione di vedere “Il ritratto di Dorian Gray” così come l’ha concepito Wilde, certamente si rimarrà delusi. Ma per tutti i motivi esposti sopra: se si ama l’innovazione scenica, l’arte figurativa che si unisce alla narrazione per dare vita ad un teatro-danza, le abilità attoriali di un singolo attore che si mette in gioco, allora vedere come la “bellezza non ha pietà” perché non porta alla salvezza (mai) è un’occasione da non perdere. Anche solo per riflettere.

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Fondatrice del blog di teatro "Vista Sul Palco". È laureata con Lode in Musicologia (Università degli Studi di Pavia) con specializzazione in teatro musicale contemporaneo (titolo della tesi: Jesus Christ Superstar: genesi, critiche e analisi dell'Opera Rock), ha conseguito un Master in Marketing per le Imprese di Arte e Spettacolo presso l'Università Cattolica di Brescia. È redattrice per testate di cultura e spettacolo e ha collaborato con alcune realtà teatrali cittadine per la comunicazione e la promozione di eventi: tra queste Teatro PalaBrescia (poi PalaBanco di Brescia e ora GranTeatro Morato) e Residenza Idra (Spazio TeatroIdra). Ha scritto per testate giornalistiche del settore economico-culturale, occupandosi prevalentemente di arte. Da anni si occupa di Comunicazione e Marketing svolgendo attività di Ufficio Stampa, Digital PR, Web Marketing e Social Networking, Community Manager per aziende di vari settori (Food, Fashon, Tourism and Hospitality, Health and Beauty). Ha insegnato Educazione Musicale in strutture per l'infanzia ed è insegnante in scuole secondarie di primo grado. Il teatro è la sua linfa vitale! ★ Sito web personale (attività e servizi offerti): www.luanasavastano.com

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